Dall’America senza ritorno Il commercio delle testuggini esotiche ed i problemi connessi Vincenzo Ferri & Christiana Soccini * * tratto da Rivista OASIS n. 5/00 settembre/ottobre 2000, Musumeci Editore |
La testuggine dalle orecchie rosse, il cui nome scientifico è Trachemys scripta elegans (Wied, 1839), è divenuta una delle testuggini d’acqua più conosciute e più commerciate al mondo. Sottospecie originaria dell’area fluviale del Mississippi e dei suoi affluenti, si rinviene in tutti gli Stati del continente nord americano che, dal Michigan al Texas, si affacciano sull’Oceano Atlantico.
E’ una testuggine di taglia media che può raggiungere ed eccezionalmente superare i 25 cm di lunghezza del carapace. I maschi sono più piccoli delle femmine e si riconoscono per la presenza di una grossa coda e per le unghie particolarmente lunghe delle zampe anteriori. Allo stadio giovanile questa sottospecie presenta una elegante e tipica livrea che la rende facilmente riconoscibile: le squame del carapace sono verdi con linee e cerchiature gialle, il piastrone è giallo o giallo aranciato con macchie scure rotondeggianti, ai lati del capo spiccano le lineature gialle e le tipiche macchie rosse. Queste caratteristiche vanno però smorzandosi già al secondo anno di vita, quando il carapace tende ad assumere un colore uniforme verde scuro e persino il colore rosso del capo da vermiglio diviene rosso cupo.
Gli aspetti eco-etologici che la sottospecie presenta nei territori d’origine sono noti, viceversa gli studi che in tal senso si svolgono nei Paesi destinatari dell’intenso commercio di cui è oggetto sono molto recenti.
Testuggini come pets animals
La facilità di reperimento, il basso prezzo di vendita e la vivacità della livrea dei giovani esemplari hanno reso Trachemys scripta elegans tra gli animali domestici più diffusi nelle case italiane. Recenti statistiche – 1997, 1999 – indicano che a Milano e provincia siano allevati 200.000 cani, 300.000 gatti, 800.000 uccelli e più di 1.600.000 fra pesci e rettili – più del 70% di questi appartenenti all’Ordine dei Testudinati – e si ritiene che almeno 10.000 famiglie del capoluogo ligure allevino almeno un esemplare di testuggine esotica. A questa grande diffusione non corrisponde un’idonea conoscenza delle necessità e delle potenzialità di crescita e gli acquirenti si avvedono troppo tardi delle problematiche legate all’allevamento. Ne consegue una rapida perdita d’interesse e l’abbandono, seppure animato da buone intenzioni, di questi animali negli ambienti acquatici, specialmente in quelli artificiali cittadini o periurbani. Il censimento di Trachemys negli ambienti naturali lombardi ne ha verificato la distribuzione in diverse zone umide planiziali e, benchè non sia attualmente possibile precisare il numero degli esemplari liberi presenti nel territorio, dalle osservazioni degli autori e di collaboratori, si calcola che siano circa 1100 gli individui abbandonati nelle raccolte d’acqua urbane e periurbane milanesi e bresciane e circa 3000 nelle altre zone umide lombarde. Dal 1992 al 1996 il fenomeno dell’abbandono di questi animali è aumentato progressivamente sino ad assestarsi e dal 1998 il numero di esemplari residenti è apparso in diminuzione sia per l’elevata incidenza di morbilità e mortalità dovute alle rigide temperature invernali, sia perchè dal 1997, grazie anche alla Risoluzione n.7 adottata dall’International Congress of Chelonian Conservation tenutosi a Gonfaron (Francia) nel 1995, la sua presenza sui mercati della Comunità Europea si è drasticamente ridotta a seguito dell’emanazione del Regolamento CE n. 2551 del 15.12.1997 che ne ha bloccato le importazioni ed ha inserito la sottospecie negli elenchi della fauna il cui commercio debba venire regolamentato dalla Convenzione di Washington.
Testuggini come pest animals
Protagonista involontaria della conquista, Trachemys scripta elegans ha trovato in qualche caso una situazione ambientale e climatica adatta alla sua sopravvivenza ed, eccezionalmente, alla sua riproduzione (Arabia Saudita, Francia, Spagna e Italia centrale), anche se nella Pianura Padana dal clima continentale nessuna deposizione di uova in libertà di Trachemys scripta elegans risulta aver dato sino ad ora esito positivo. Da qui l’allarmata preoccupazione per una potenziale interazione negativa con la fauna autoctona, in particolare con le specie di Cheloni già gravemente minacciate dalla pressione antropica. L’unico caso noto a sostegno di questa ipotesi è segnalato in Spagna, dove alcuni nuclei di Emys orbicularis e Mauremys leprosa, mancando ormai quasi completamente dell’apporto annuale di giovani nati, non sono più in grado di competere con una specie continuamente potenziata nella sua numerosità. In tutto il vecchio continente la rarefazione dell’autoctona Emys orbicularis, di un secolo precedente all’arrivo della testuggine dalle orecchie rosse, è da ascriversi agli sconvolgimenti ambientali di origine antropica e all’alterazione ormai irreversibile delle zone umide.
A questi timori si aggiungono anche quelli riguardanti la possibilità di diffusione di patologie sconosciute ai Cheloni autoctoni. Dall’esperienza maturata in sei anni di gestione del Centro di Raccolta del Progetto ARCADIA/Trachemys e dalle indagini in svolgimento è risultato che gli esemplari di Trachemys scripta elegans non presentano ceppi batterici di particolare interesse sanitario all’atto del rilascio nell’ambiente di introduzione ed i processi patologici riscontrati sono quelli derivanti dai metodi errati d’allevamento. Gli organismi microbici finora rilevati nei campioni analizzati da soggetti provenienti dagli ambienti di introduzione sono per la maggioranza quelli normalmente riscontrabili nelle acque superficiali che soffrono dell’immissione di acque nere e solo pochi campioni hanno fatto rilevare microrganismi patogeni probabilmente implicati in alcune delle affezioni riscontrate. Va ribadito che i piccoli provenienti dagli Stati Uniti sono normalmente certificati indenni da qualsiasi infezione e soprattutto in riferimento ad eventuali ceppi di Salmonella sp.. In Italia casi di Salmonella sp. sono stati riscontrati finora su animali d’importazione solo nel 1987 a Torino (12 esemplari su 78) e nel 1989 in Campania in un lotto di T.s.e. detenute presso un grossista in condizioni igieniche spaventose. Sulla base di queste due segnalazioni, dei divieti disposti temporaneamente dal Ministero della Sanità e delle varie notizie allarmistiche diffuse dai quotidiani si calcola che in tre anni, per paura del contagio, siano state eliminate o rilasciate in libertà più di 100.000 Trachemys scripta elegans.
La questione appare quindi complessa ma non senza soluzione. Da un lato la grave alterazione degli habitat congeniali alle specie di Cheloni autoctone e la conseguente loro rarefazione o scomparsa, dall’altro l’introduzione deliberata e continua di un ulteriore fattore di minaccia. La questione, che oggi coinvolge “Trachemys” ma fra qualche tempo la vedrà sotituita da altre specie incriminate, riguarda il commercio, l’insensibilità, l’inadeguatezza e l’inciviltà di chi acquista questi animali per poi abbandonarli lasciandoli in balìa di fallimentari quanto costosi progetti di eradicazione. Bloccati l’importazione ed il commercio e costituiti in ogni Regione Gruppi di studio deputati al controllo degli abbandoni e alla gestione dei nuclei introdotti, come già avviene in altri Paesi, saranno sufficienti 10-15 anni perchè la presenza di T.s.e. ritorni ad essere un’eccezione ed il ricordo di una delle tante nefaste e nefande azioni dell’uomo nei confronti della natura.
Bloccare il commercio di tutti i Cheloni
Recenti appelli delle maggiori organizzazioni mondiali per la tutela della fauna considerano ormai irrinunciabile giungere al blocco internazionale del commercio di tutte le specie di Cheloni (circa 270 quelle classificate) per fermare il tracollo che ora soprattutto le diverse specie asiatiche stanno registrando a causa dell’impennata nella richiesta di questi animali sui mercati cinesi a scopo gastronomico e per la medicina popolare. Secondo diversi specialisti in questi ultimi anni è in atto un vero e tragico svuotamento faunistico di tutti gli ambienti naturali del Sud-Est asiatico che sta portando all’estinzione numerose specie conosciute. Per sopperire alle necessità interne il mercato cinese ha di recente incrementato le importazioni di specie di Cheloni anche di Paesi occidentali dove al primo posto troviamo esemplari provenienti dagli allevamenti del Nord America, come Chelidra serpentina e Trachemys scripta elegans. Su questo argomento molte informazioni si possono reperire sul sito ufficiale della New York Turtle and Tortoise Society all’indirizzo http://nytts.org/nytts/nytts.htm.
Il Progetto ARCADIA/Trachemys ed il Monitoraggio Salute Testuggini
Sin dal 1994 con il Progetto ARCADIA/Trachemys si stanno raccogliendo dati finalizzati alla verifica dell’interazione interspecifica fra Trachemys scripta elegans ed Emys orbicularis. Dal 1997 è stato inoltre attivato un sotto-progetto finalizzato al monitoraggio della salute delle testuggini acquatiche in Italia, che dalla fine del 1998 ha ottenuto l’avvallo della Commissione Conservazione della Societas Herpetologica Italica e la collaborazione dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia con sede in Brescia. Queste le finalità progettuali:
– censire in modo capillare e sull’intero territorio nazionale i nuclei introdotti di T.s.e. attraverso la diffusione di un’apposita scheda di segnalazione;
– evidenziare le interazioni legate alla presenza di T.s.e. negli habitat di E.o., intensificando e promuovendo ricerche in località con verificata sintopia delle due specie;
- costituire una banca dati delle affezioni patologiche e degli organismi patogeni dei Cheloni italiani conosciuti e segnalati nella letteratura scientifica;
- individuare le cause delle diverse patologie segnalate in grossa percentuale fra gli esemplari di T.s.e. al momento dell’abbandono e rinvenute in libertà;
- generare un procedimento diagnostico standardizzato per riconoscere i diversi microrganismi patogeni sia delle specie alloctone che di E.o.;
- stilare un protocollo operativo che permetta di monitorare lo stato sanitario delle testuggini acquatiche, verificando nel tempo il tipo di microrganismi e la correlazione fa questi e le patologie presenti e le possibilità di impatto sulla salute dell’ecosistema.
Gli studi in corso sull’attività giornaliera, sulle possibilità riproduttive e sull’alimentazione di Trachemys scripta elegans indicano la bassa o nulla interazione ecologica di questa specie con la fauna autoctona negli ambienti di rilascio.
Gli esemplari che durante le ricerche sono rinvenuti con evidenti e comprovati sintomi di malattia vengono stabulati e seguiti con cure veterinarie appropriate. Le analisi diagnostiche si svolgono con metodi incruenti ed escludono l’uso di animali vivi nelle fasi di sperimentazione.
Al Progetto è possibile partecipare visitando il sito Internet all’indirizzo http://utenti.tripod.it/chelon/index.htm ed inviando una e.mail, oppure telefonando al numero 0340.2909929.