Dal 2016 nel mondo degli insegnanti italiani è arrivata la Carta del docente,
nome ‘semplice’ della Carta elettronica per l’aggiornamento e i corsi formazione docenti di ruolo nelle istituzioni scolastiche. Istituita dal Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca in attuazione della legge 107 del 12 luglio 2016 – la cosiddetta Buona Scuola – la Carta del docente viene assegnata a tutti gli insegnati di ruolo assunti con un contratto a tempo indeterminato negli istituti scolastici statali. Nel dettaglio, la carta elettronica viene riconosciuta sia ai docenti che effettuano il tempo pieno che a quelli che effettuano tempo parziale, comprendendo anche i docenti che sono inidonei per motivi di salute (così come stabilito all’articolo 514 del decreto legislativo 16/04/94 n.297), gli insegnanti in periodo di prova, i docenti fuori ruolo, i docenti in posizione di comando e di distacco, nonché, infine, in docenti nelle scuole all’estero.
Le funzioni della Carta del docente
In parole più semplici, dunque, la Carta del docente è il contributo economico rivolto agli insegnanti così come era stato promesso dal governo di Matteo Renzi con la Riforma della Buona Scuola. Dapprima, ovvero durante il primo anno di attuazione, in realtà non è esistita alcuna Carta dei docenti: i 500 euro per la formazione docenti sono infatti stati versati in contanti attraverso la busta paga. Dopo un primo periodo di rodaggio, la Carta del docente è ora attiva a tutti gli effetti. Si tratta in definitiva di un’applicazione web che permette agli insegnanti di avere a propria disposizione 500 euro per far fronte a spese culturali oppure ad altri tipi di acquisto, a patto che si tratti di prodotti o servizi relativi alla formazione docenti o all’accrescimento delle loro conoscenze.
Quali sono le spese ammesse e che quindi possono essere effettuate con i 500 euro della Carta docente?
I destinatari della Carta docente sono circa 762.000 insegnanti. Ma nel concreto, cosa possono acquistare questi beneficiari attraverso l’applicazione, e quindi attraverso i 500 euro stanziati dal Miur? In primo luogo, gli insegnanti possono acquistare libri, testi, ebook, riviste e pubblicazioni a carattere culturale, e in ogni caso utili per la formazione docenti. Va però sottolineato che non c’è un limite relativo all’area disciplinare di ogni insegnante. Questo significa che un docente di scienze può acquistare un romanzo, così come un docente di storia può acquistare con i fondi ministeriali un saggio di fisica.
Gli insegnanti possono poi sfruttare la Carta del docente per acquistare hardware, ma in questo caso le limitazioni imposte dal Ministero sono più concrete: non si possono usare i fondi per acquistare dispositivi per la comunicazione elettronica, come gli smartphone, e nemmeno toner per le stampanti, pennette usb o videocamere. Sono invece ammessi a pieno titolo PC desktop, portatili, convertibili ultrabook, tablet ed ebook reader. Via libera anche per quanto riguarda i software, dai CAD ai dizionari online. Sono ovviamente compresi i corsi per la formazione docenti, per le attività di aggiornamento e per la qualificazione delle competenze professionali.
Con questi 500 euro, dunque, si possono pagare corsi universitari, corsi di laurea, master, corsi di lingue straniere e corsi online, a patto che siano svolti da università o da consorzi universitari. Infine, la carta dei docenti può essere utilizzata per pagare biglietti per il teatro, per mostre, per musei e per il cinema. Anche in questo caso, come per i libri, le attività culturali non devono per forza essere attinenti alla disciplina insegnata dal docente.